Nel nostro immaginaro collettivo, identifichiamo le sconfitte militari col sinonimo di "Caporetto". Tragica sconfitta militare avvenita durante la prima guerra mondiale, dove gli italiani subirono 40.000 perdite e circa 300.000 soldati furono fatti prigionieri.
Ecco una breve storia di un soldato, di un'altra guerra, di un'altra sconfitta....che nonostante tutto gli italiani ricordano con orgoglio, la battaglia di El Alamein e le gesta dei reparti della Folgore.

Le rigide imposizioni nei campi di internamento inglesi, non permettevano di spedire più di una lettera al mese per ogni internato, per cui si trovava la scappattoia cambiando il nome del mittente, con quello di un compagno di prigionia disponibile a questa scappatoia.
Rientrò in Italia su una nave nel 1946, sbarcato a Napoli assieme a tanti altri prigionieri di guerra, non seppe mai in quale campo di prigionia africano fu internato.
Vittorio Pasquario fu uno dei tanti protagonisti della famosa battaglia desertica di El Alamein.
Classe 1917, arruolato a giugno del 1938 nel corpo deli alpini, fu dislocato ad Aosta.
Con l'imminente ingresso dell'Italia in guerra, scegliendo tra i vari corpi militari, il 1º settembre 1941 venne formata la 1ª Divisione Paracadutisti:
Compagnia comando
Servizi divisionali
1º, 2º e 3º Reggimento fanteria paracadutist
Reggimento artiglieria paracadutisti
VIII Battaglione guastatori paracadutisti
Compagnia minatori-artieri
Compagnia collegamenti
Il nome "Folgore" venne ufficialmente aggiunto solo nel agosto 1942.
La nuova unità fu trasferita nelle Puglie e sottoposta ad un duro addestramento in vista della progettata invasione di Malta (Operazione C3), la divisione venne invece trasferita in Africa Settentrionale sotto il nome di copertura di 185ª Divisione "Cacciatori d'Africa", successivamente mutato in 185ª Divisione Paracadutisti "Folgore".

Contemporaneamente i suoi Reggimenti cambiarono denominazione:

il 1º divenne 3º e successivamente 185º,
il 2º divenne 1º e poi 186º,
il 3º divenne 2º e poi 187º,
il Reggimento artiglieria assunse il numero 185º.

Prima della partenza la Divisione venne ridotta a due Reggimenti di fanteria (186º e 187º), mentre il 185º cedette il II e IV Battaglione all'187º in cambio dell'XI, che rimase in Italia per formare il nucleo della 184ª Divisione paracadutisti "Nembo".
L'organizzazione divisionale ad agosto 1942 aveva un organico teorico di 5.912 Uomini, di cui 299 ufficiali.
La Compagnia comando divisionale della 185ª era mista con i Carabinieri.
Dopo le due battaglie di El Alamein, la divisione Folgore iniziò la ritirata nella notte del 3 novembre 1942, in condizioni rese difficilissime dalla mancanza di mezzi di trasporto.
Dopo due giorni di marcia nel deserto, alle 14:35 del giorno 6, dopo aver distrutto le armi, ciò che restava della Divisione si arrese alla 44ª divisione fanteria britannica del generale Hughes, senza mostrare bandiera bianca e senza mai alzare le mani ai nemici.
I paracadutisti ottennero dai britannici l'onore delle armi e dopo la resa il generale Hughes volle ricevere il generale Enrico Frattini ed i colonnelli Bignami e Boffa, complimentandosi per il comportamento della divisione.
Dopo la battaglia di El Alamein alla Divisione Folgore ed ai suoi Reggimenti verrà conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Tesserino di riconiscimento del reggimento Folgore, da notare l'annotazione dei lanci col paracadute di esercitazione e durante la guerra
Mostrine del bavero della giacca, i gradi da Sottuficiale e la mostrina di paracadutista.
P.O.W. (Prisoner Of War) n°364914

Durante la prigionia era difficile trovarsi occupazioni per occupare il tempo e le giornate erano veramente interminabili. Su inziativa di alcuni ufficiali italiani prigionieri (quasi tutti laureati) e col benestare delgli inglesi, assunsero la mansione di insegnati. Questa attività in effetti distoglieva i prigionieri da altri pensieri, facendoli concentrare allo studio.
Quì sotto alcuni quaderni di appunti, rigorosamente approvati dai Britannici col timbro "P/W MIDDLE EAST 95".
Immagini del campo di battaglia di El Alamein, visitato dai reduci della Folgore, momenti di grande commozione.